“Se vi rifiutate di studiare l’anatomia,
l’arte del disegno e della prospettiva,
la matematica dell’estetica e la scienza del colore,
lasciatevi dire che questo è un segno
più di poltroneria che di genio.”
-Salvador Dalì
Molti grandi artisti non hanno mai studiato veramente l’arte.
Ma molti altri Grandi artisti sì, in accademie d’arte o presso le botteghe di artisti noti di una volta.
Personalmente trovo che serva: serve sapere la prospettiva, anche se studiarla è noioso e difficile; trovo che serve sapere la scienza dei colori perchè un pittore deve ricrearli velocemente sulla tavolozza e farli rendere su una tela; trovo che bisogna saper disegnare, prendere veloce le proporzioni e fare il chiaro scuro, prima che la luce cambi per esempio, ..
Serve tutto questo, che è talento, ma è anche pratica.
E’ voglia di fare, voglia di migliorare, è pazienza, è impegno. Poi il talento può velocizzare l’apprensione di queste ‘basi’, il talento le prende e le rielabora facendo un opera d’arte nuova e ‘corretta’, ed intendo che è indiscutibile la qualità di un lavoro quando la tecnica e il genio si uniscono in un’unica opera.
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Dalì è noto per opere come la prima, ma ha alle spalle un percorso accademico che lo rendeva eccellente nel riprodurre l’anatomia, i paesaggi, .. come potete vedere nella seconda immagine, nonchè ritratto di sua madre.
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Picasso è noto per le sue donne ‘mostruose’ ma ha attraversato molti ‘stili di pittura’ prima di arrivarci e,
come potete vedere a sinistra aveva una capacità accademica notevole!
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Il caro e pazzo Van Gogh, invece, non ha un percorso accademico eppure è un genio indiscusso! Faceva accostamenti di colore molto efficaci e aveva una pennellata pittoricamente interessante e apprezzata. Però non si può definire del tutto estraneo allo studio artistico: ha lavorato presso un mercante d’arte e si interessava ai movimenti che lo circondavano, come l’impressionismo. Sin da piccolo si mostrava portato per il disegno ma decise di diventare pittore dopo i 30 anni e le sue opere importanti furono prodotte nei pochi anni a seguire. In questo periodo era già dischiarato malato mentale, e morì giovane per un colpo di pistola, probabilmente un suicidio.
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Oggi il dibattito tra autodidatti completi e persone con percorso accademico è forte. I primi pensano che un’istruzione limiti poi la creatività, i secondi ribattono dicendo che apprendere la tecnica serve per poter sapere come realizzare concretamente ogni cosa pensata.
Io concordo con questi: sia in arte, che nella musica, conoscere la tecnica vuol dire poter scegliere cosa fare e come farlo, acquisire quella consapevolezza che dà all’artista una marcia in più.
Per quanto riguarda un artista che vuole fare solo cose astratte magari non avere un back ground accademico è un vantaggio perchè non contagia la sua fantasia mettendo dei paletti tecnici, o prospettici, o altro.. Ma parte un discorso diverso: cos’è un artista? Uno che ha doti artistiche incredibili e che le può e vuole dimostrarle, anche solo a sè stesso, producendo qualche accademico (come ritratti o paesaggi realistici) o una persona con una buona idea, ancora mai epsosta, che la sa vendere come arte innovativa?
Sempre Dalì sostiene che l’arte moderna è una tragedia bellissima. Ma lo dice lui, che di arte ne sapeva e che di arte POTEVA.
Oggi purtroppo è molto discussa la capacità artistica. Non tutti i pittori odierni e quotati saprebbero ritrarti, e secondo me è un problema.
-Voi cosa ne dite?