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Così abbiam vissuto ”Attimi e colore”

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Ho avuto la fantastica opportunità, insieme al fotografo Simone Mondino (www.simonemondino.it), di allestire una mostra artistica, chiamatasi -Attimi e colore. Il ”tempo” tra fotografia e pittura- in una piccola Galleria della pittoresca Mondovì. 1383951_600027936720845_1111254337_n

L’idea è partita dagli ‘Spigolatori’ (http://www.spigolatori.it/), un’associazione culturale che ha creduto in noi e che, più in generale, crede nell’arte, nel talento e nei giovani! Grazie al poeta Remigio abbiamo potuto inserire una bellissima introduzione personale nel catalogo che l’associazione, molto gentilmente, ha

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L’allestimento con la proprietaria della galleria è stato molto interessante e divertente: accorgimenti geometrici giusti, luci messe nel posto adatto e tanta semplicità sono indispensabili per un buon allestimento!aiutato a realizzare.

La mostra è durata dal 5 al 13 ottobre e per fortuna abbiamo avuto un discreto successo! E’ passata tanta di quella vita per le stanze della galleria ”Mondow”(http://mondow.altervista.org) in quei giorni che ci siamo stupiti e divertiti perché ogni persona, soprattutto se amante dell’arte, è un’opera lei stessa.

L’esposizione era suddivisa su due piani, in due stanze differenti sotto alcuni aspetti. La prima era al pian terreno e prima di entrare dentro c’era una piccola rientranza sia a destra che a sinistra in cui si trovava una nostra ‘presentazione’: il visitatore sulla destra poteva vedere la mia firma sul muro e un’opera incorniciata, a sinistra la firma sul muro del fotografo e una sua foto incorniciata. speculari alle due opere un piccolo spago reggeva appese delle piccole cartoline da noi prodotte.

Entrando, il visitatore, poteva notare che tutta la stanza era addobbata da questo ‘bucato di piccole opere d’arte’.  Un idea un po’ diversa che consente di offrire tante immagini diverse per tanti gusti diversi. Le cartoline fatte da me erano tutti acquerelli della stessa dimensione delle  foto, quadrate, su fogli fotografici 10x15cm (effetto simil polaroid!).

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al centro di questa White room un tavolo di vetro faceva da piano di lavoro per i miei acquerelli giornalmente prodotti e appoggio al quaderno sul quale generosamente abbiamo ricevuto molti commenti di augurio, complimenti e incoraggiamenti.

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al piano inferiore un’antica cantina con muro massiccio a vista faceva da culla alle nostre opere più grandi, incorniciate e appese linearmente con delle luci da galleria che giocando sulle opere e sui mattoni creavano un’atmosfera molto suggestiva. L’ambiente si suddivideva un due stanze minori che ci siamo divisi per far entrare lo spettatore prima nel mio mondo e poi in quello di Simone. Delle eleganti panche di legno molto basse facevano da appoggio ai nostri bigliettini da visita.1415610_10202564882224177_973917344_n

Insomma, io sono stata molto soddisfatta ed è stata un’esperienza molto importante sotto alcuni punti di vista: penso che i giovani hanno bisogno di opportunità per far scontrare la propria arte con il parere del mondo, penso che serva ‘mettere in pratica’ un allestimento per poter semplicemente imparare una cosa che nessuno ti insegna, e penso che a livello umano conoscere della buona gente faccia sempre bene. E spesso anche ridere di cuore.

I consigli son preziosi, il tempo per migliorare è ancora tanto, e ringrazio nuovamente tutti quelli passati per il loro tempo regalatoci e per aver impreziosito questa nostra piccolo passo avanti con la nostra passione.

Per quelli invece che non sono potuti venire, ecco le mie opere d’arte che ho esposto. Ovviamente non avranno le stesso fascino, ma spero vi piacciano lo stesso!

acquerello primavera

alba su di un freddo traguardo

alte quote

cuneo bianca

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l'orizzonte che vorrei

tramonto energico

stagione dell'amore

troppe stagioni

poche stagioni

 

Artisti con passato accademico e autodidatti

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“Se vi rifiutate di studiare l’anatomia,

l’arte del disegno e della prospettiva,

la matematica dell’estetica e la scienza del colore,

lasciatevi dire che questo è un segno

più di poltroneria che di genio.”

-Salvador Dalì

Molti grandi artisti non hanno mai studiato veramente l’arte.

Ma molti altri Grandi artisti sì, in accademie d’arte o presso le botteghe di artisti noti di una volta.

Personalmente trovo che serva: serve sapere la prospettiva, anche se studiarla è noioso e difficile; trovo che serve sapere la scienza dei colori perchè un pittore deve ricrearli velocemente sulla tavolozza e farli rendere su una tela; trovo che bisogna saper disegnare, prendere veloce le proporzioni e fare il chiaro scuro, prima che la luce cambi per esempio, ..

Serve tutto questo, che è talento, ma è anche pratica.

E’ voglia di fare, voglia di migliorare, è pazienza, è impegno. Poi il talento può velocizzare l’apprensione di queste ‘basi’, il talento le prende e le rielabora facendo un opera d’arte nuova e ‘corretta’, ed intendo che è indiscutibile la qualità di un lavoro quando la tecnica e il genio si uniscono in un’unica opera.

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La-persistenza-della-memoria-Salvador-DaliDalì è noto per opere come la prima, ma ha alle spalle un percorso accademico che lo rendeva eccellente nel riprodurre Salvador+Dali+-+Portrait+of+the+Artist+s+Mother+Dofia+Felipa+Dome+Domenech+De+DalH+1920+l’anatomia, i paesaggi, .. come potete vedere nella seconda immagine, nonchè ritratto di sua madre.

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demoiselles

Picasso è noto per le sue donne ‘mostruose’ ma ha attraversato molti ‘stili di pittura’ prima di arrivarci e,

come potete vedere a sinistra aveva una capacità accademica notevole!

Picasso

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the-starry-night-1889(1)Il caro e pazzo Van Gogh, invece, non ha un percorso accademico eppure è un genio indiscusso! Faceva accostamenti di colore molto efficaci e aveva una pennellata pittoricamente interessante e apprezzata. Però non si può definire del tutto estraVincent-van-Gogh-Self-Portrait-Detail-headneo allo studio artistico: ha lavorato presso un mercante d’arte e si interessava ai movimenti che lo circondavano, come l’impressionismo. Sin da piccolo si mostrava portato per il disegno ma decise di diventare pittore dopo i 30 anni e le sue opere importanti furono prodotte nei pochi anni a seguire. In questo periodo era già dischiarato malato mentale, e morì giovane per un colpo di pistola, probabilmente un suicidio.

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Oggi il dibattito tra autodidatti completi e persone con percorso accademico è forte. I primi pensano che un’istruzione limiti poi la creatività, i secondi ribattono dicendo che apprendere la tecnica serve per poter sapere come realizzare concretamente ogni cosa pensata.

Io concordo con questi: sia in arte, che nella musica, conoscere la tecnica vuol dire poter scegliere cosa fare e come farlo, acquisire quella consapevolezza che dà all’artista una marcia in più.

Per quanto riguarda un artista che vuole fare solo cose astratte magari non avere un back ground accademico è un vantaggio perchè non contagia la sua fantasia mettendo dei paletti tecnici, o prospettici, o altro.. Ma parte un discorso diverso: cos’è un artista? Uno che ha doti artistiche incredibili e che le può e vuole dimostrarle, anche solo a sè stesso, producendo qualche accademico (come ritratti o paesaggi realistici) o una persona con una buona idea, ancora mai epsosta, che la sa vendere come arte innovativa?

Sempre Dalì sostiene che l’arte moderna è una tragedia bellissima. Ma lo dice lui, che di arte ne sapeva e che di arte POTEVA.

Oggi purtroppo è molto discussa la capacità artistica. Non tutti i pittori odierni e quotati saprebbero ritrarti, e secondo me è un problema.

-Voi cosa ne dite?